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Arte e simbologia nella creazione del fonte battesimale

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La soavità delle forme e i giochi di luce, la particolarità dei materiali e il ricco simbolismo.

Sono questi gli elementi che rendono unico il fonte battesimale della chiesa di San Giuseppe di Nuoro; 

L’opera si compone di quattro parti, la prima delle quali, è una lastra di marmo bianco, formata da otto pezzi, simboleggianti l’ottavo giorno, che circonda una parte in basalto in quattro pezzi, rappresentanti gli elementi terreni. Ad unire le due parti, una croce in metallo che ha sia funzione strutturale, sia simbolica. Da essa si erge un perno in metallo che, passando all’interno dello stelo in basalto, conferisce stabilità, ma simbolicamente rappresenta il trait d'union union tra la vita terrena e la rinascita spirituale dell’individuo, rappresentata invece dalla vasca in marmo bianco, simbolo di purezza, e dall’acqua che essa conterrà.

A sovrastare la struttura, un grande lampadario circolare, sospeso su dei tiranti, composto da un’anima in metallo, che contiene 15 lastre realizzate con la ceramica raku, che rievocano episodi della vita di San Giovanni.

La sua luce, quindi, simbolo dello Spirito Santo si proietterà sul fonte.

Infine, a rappresentare la volta celeste, sarà un arazzo raffigurante la vita di Gesù.

Nella creazione dell’opera, nella navata laterale destra della chiesa, è stato fondamentale sia lo studio sull’evoluzione dei fonti battesimali nell’arco dei secoli, sia l’ispirazione personale.

L’idea stessa del fonte appare legata all’acqua, elemento che caratterizza il rito del battesimo, mentre l’unicità della sua forma dalle linee soavi e delicate, trae ispirazione dalla pianta del fior di loto, anch’essa simbolo di purezza.

A ciò si unisce la commistione di materiali diversi come la pietra, il ferro, la ceramica e il tessuto, tutti di fattura artigianale ma attuali e moderni.

Prendendo spunto dalla figura di San Giuseppe, che era un artigiano, ho voluto dare all’opera una costruzione particolare, che scaturisse da tanti lavori artigianali, che costituiscono una delle grandi ricchezze del nostro territorio. Le parti di marmo e basalto, pertanto, sono state realizzate a Orosei, il ferro e la ceramica a Orani, mentre l’arazzo prenderà vita dalle mani delle abili tessitrici di Nule. Così la speranza, di cui il fonte battesimale è portavoce, assume una connotazione più terrena, divenendo un auspicio per il riutilizzo delle potenzialità del patrimonio artigianale, che grazie alla sperimentazione può diventare attuale e competitivo.

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