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Il Recupero dell'altare del Galfrè

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I progetto si rifà al monumento realizzato nell’Ottocento dagli architetti Antonio Cano e Giacomo Galfrè, un lavoro frutto di anni di studi e ricerche sulla chiesa più importante di Nuoro, che ha visto il recupero di vecchi documenti dagli archivi della Diocesi, del Genio civile di Cagliari e dell’Arcidiocesi di Torino.

La Cattedrale di Nuoro rappresenta un pezzo importante della storia della città e il nuovo progetto è in armonia con le forme originarie neoclassiche e più adeguato ai dettami del Concilio Vaticano II.

Tutto questo è stato possibile grazie al ritrovamento di antichi elementi del vecchio altare (come i gradoni basamentali, le colonne corinzie e il cupolino) che componevano la prima conformazione e che hanno permesso di ricostruire l’Opera così com’era nell’800.

Si tratta di un lavoro di recupero degli elementi architettonici e la ricomposizione della forma originaria dell’altare del Galfrè, tramite l’assemblaggio in modo filologico delle parti, come richiesto dalla Soprintendenza.

Ma oltre al presbiterio il progetto di restauro comprende l’adeguamento dell’impianto di illuminazione e la messa in sicurezza delle tombe dei vescovi.  Nuoro  nel 1800 si trova al centro di un movimento artistico e culturale che ben si sposa con l’esigenza da parte della dinastia Sabauda di rendere più lussuosi gli edifici religiosi.

La posa della prima pietra della Cattedrale di Santa Maria della Neve risale al novembre del 1836 ma la chiesa fu consacrata solo nel luglio del 1873. A rallentare i lavori di costruzione, la morte del frate-architetto Antonio Cano, precipitato dai ponteggi. A completare l’altare maggiore fu quindi un suo discepolo: l’architetto piemontese Giacomo Galfrè. Nel 1932 l’altare neoclassico originario viene smontato, ampliato e trasformato, utilizzando parte del materiale originario. Tra il 2000 e il 2006 sempre l’altare è oggetto, ancora una volta, di interventi: viene rimosso il tabernacolo con lo spostamento di alcuni pezzi originali che vengono tolti e alienati.

L’ordine neoclassico in questa operazione non c’è più, si lavora in assenza di un progetto. I pezzi originali vengono ritrovati solo nel 2016 in un terreno di proprietà della curia e, dopo essere stati catalogati, vengono messi in sicurezza. Ora sono nell'opera, punto focale dell'adeguamento liturgico. 

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